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Gerolamo Cardano: la medicina a Gallarate

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Nel XVI secolo la piccola città iniziava a crescere definendo le origini di un importante centro del commercio di spezie, seta e metalli lavorati.

Gerolamo Cardano, le cui lontane origini famigliari, probabilmente, si radicano nella vicina Cardano al Campo, è attratto dalla fiorente economia gallaratese in un momento in cui doveva “provvedere al sostentamento mio, della moglie, della madre, di un’amica di casa, della nutrice, del bambino, di un servo e di una domestica, nonché di una mula”.

In città, l’uomo del Rinascimento, esercita la professione medica tra il 1533 e il 1534 dandone testimonianza nella sua autobiografia (“il libro della mia vita” – 1643).

Dopo il grande intellettuale la medicina a Gallarate seguirà una graduale e propositiva crescita anche grazie alle riforme del XVIII secolo che, secondo i principi illuministi, definiranno la disciplina sulla base del rapporto con matematica, fisica e chimica.

L’approccio chirurgico è sempre più considerato, il titolo di laurea è di medico-filosofo e così, sulla sporta dei progressi medici innescati, in città, da Gerolamo Cardano, si manifesta l’esigenza di una vera istituzione ospedaliera per cui, nel 1791, viene inviata, in tal senso, una supplica all’imperatore austriaco, firmata da Carlo Castelbranco Visconti, Stanislao Guenzati e Giuseppe Rosnati.

Da qui in poi è la storia che ha portato all’attuale ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate.