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Ospedale allarme da Avis ci serve il doppio dello spazio
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Ospedale: allarme anche da Avis “Ci serve il doppio dello spazio”

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Bocciato il piano Asst: concentra le associazioni in un’area limitata

Di Elisa Ranzetta, La prealpina 28 maggio 2022

“Non vogliamo entrare a gamba tesa, ma aprire un dialogo perché dopo anni in cui notiamo la necessità di allargarci per supportare il numero crescente di donatori, a questo punto, ci chiediamo quale sia il destino dell’Avis”. Francesco Bianchi è parte del direttivo avisino gallaratese. È lui che ieri pomeriggio ha accolto nella sede di via Bonomi, all’interno del perimetro del Sant’Antonio Abate, i ragazzi delle classi quarte A e B della scuola elementare Ada Negri di Cardano al Campo.

Insieme con le insegnanti Ivana Casella e Francesca Iozzolino gli alunni hanno seguito un percorso di sensibilizzazione al valore del dono di sé appoggiandosi alla sezione di Gallarate perché è il che si presentano per i prelievi i donatori cardanesi.

E a margine dell’incontro Bianchi fa i conti, perché i numeri illustrati finora da Asst per il futuro dell’ospedale cittadino una volta che sarà aperto quello unico a Beata Giuliana, qui non tornano.

“Abbiamo 3548 donatori” dice il componente del direttivo. “Nel 2021, nonostante la pandemia, abbiamo avuto 7073 donazioni. Oggi occupiamo 160 metri quadrati e da anni stimiamo che ne servirebbero il doppio. L’ospedale nuovo è un tema importante e il progetto presentato al momento prevede uno spazio dedicato alle associazioni di 100 metri quadrati: ci poniamo l’interrogativo su quale sia il ruolo da dare all’Avis, che ha una posizione normata nel sistema sanitario nazionale”.

Nell’attesa della risposta l’attività continua. E l’incontro di ieri fa parte della campagna di sensibilizzazione alla donazione. “La collaborazione con le scuole è nata quasi per caso lo scorso anno, attraverso il progetto Rosso Sorriso, ma l’obbiettivo è ampliarla” spiega Bianchi. Coinvolti anche i bimbi delle classi seconde, mentre l’appuntamento nei locali di proprietà dell’ospedale ha visto collaborare alcune studentesse dei licei di Gallarate che si sono messe a disposizione per illustrare il meccanismo Avis e l’importanza di una dieta sana ed equilibrata.

In via Bonomi, oggi come oggi, si viaggia al ritmo di 140 prelievi la settimana, senza contare le visite di controllo e quelle per i neoiscritti. Quale destino per i volontari nel dopo Sant’Antonio Abate?

Tutti in coda a Beata Giuliana? Sulla questione il dirigente sociosanitario dell’azienda ospedaliera, Marino Dell’Acqua, si è detto pronto ad avviare un ragionamento durante l’ultima riunione della commissione Sanità. Intanto resta il fatto che il flusso dei donatori è inverso, da Busto verso Gallarate, “Si trasferiscono da noi da Busto perché eseguiamo prelievi anche il sabato e due domeniche al mese” ricorda la segretaria Cristina Cassinerio. Ieri mattina è stato il turno, addirittura, di una persona che abita a Piacenza ma da sempre dona a Gallarate quando torna in zona. La sede Avis cittadina ha una particolarità: è l’unica unità di raccolta della provincia. Ovvero medici e personale non sono quelli dell’ospedale, ma sono pagati direttamente da Avis per garantire un servizio non stop. Al lavoro ci sono quattro medici e due infermiere senza contare le tre persone agli sportelli. “Noi – ripete Bianchi – in 100 metri quadrati non ci stiamo: ce ne servono 300”.